domenica 10 ottobre 2010

Comunità di Valle della Vallagarina; Elezioni del 24 ottobre 2010











L’ attuazione della riforma istituzionale
1. è una legge “di sistema” - riguarda tutte le Istituzioni del territorio
2. mira a costruire una nuova Governance delle Istituzioni a livello locale
3. attiva una logica “di rete” - sistema delle intese- delega “dialogata”
4. si pone in continuità con altri importanti interventi normativi di riforma a livello nazionale
5. attiva un “processo”

Obiettivi della LEGGE
E’ la valorizzazione delle autonomie locali attraverso l’attuazione dei principi di
ü Sussidiarietà: i compiti di gestione amministrativa devono essere affidati all’ente più vicino alla cittadinanza, cioè all’ente locale
ü Adeguatezza se l’ente non è adeguato a realizzare una funzione o un servizio richiede un’organizzazione particolarmente complessa la funzione passa alla competenza dell’ente superiore
ü Differenziazione sistema diversificato al fine di tenere conto delle caratteristiche specifiche dell’ente considerato

Le Comunità’: cosa sono
Sono enti pubblici locali a struttura associativa. Sono costituite obbligatoriamente dai comuni per l’esercizio in forma associata delle competenze trasferite dalla Provincia e per l’esercizio di funzioni, compiti, attività e servizi trasferiti dagli stessi comuni o direttamente assegnate dalla legge (principio di residualità e principio della gradualità del trasferimento)
In prima applicazione sono trasferite ai Comuni con obbligo di gestione associata le funzioni amministrative nelle materie già attribuite o delegate ai comprensori:
a) assistenza scolastica ed edilizia scolastica relativa a strutture per il primo ciclo di istruzione;
b) assistenza e beneficenza pubblica, compresi i servizi socio-assistenziali;
c) edilizia abitativa pubblica e sovvenzionata
Sono trasferite inoltre le funzioni in materia urbanistica.

Gli elementi di novità’
1. Attualmente il comprensorio è un braccio operativo della Pat, con limitato potere decisionale e compiti prettamente operativi
2. La riforma prevede un trasferimento di potere: le comunità diventano titolari delle funzioni e devono adottarne le politiche, nell’ambito degli standard e livelli minimi definiti a livello generale e nei limiti delle risorse a disposizione
3. Decidere e gestire: due fasi diverse (la scelta della gestione ad esempio in convenzione con altre comunità non pregiudica il potere di decidere)
4. I piani di comunità (piano sociale, piano territoriale di comunità…)
5. la Comunità dovrà dotarsi di una struttura minima -fisica (sede), strumentale ed umana- individuata in un’ottica complessiva di riorganizzazione delle risorse disponibili a livello territoriale

I benefici per i cittadini
1. Istituzioni locali (Comuni e Comunità) in grado di esercitare la potestà amministrativa e di organizzazione dei servizi pubblici in modo più adeguato alle esigenze di sviluppo socio-economico mediante:
a) lo svolgimento delle funzioni di governo (programmazione e pianificazione)
b) la garanzia dei livelli minimi essenziali delle prestazioni pubbliche su tutto il territorio provinciale
c) La valutazione dei risultati
2. la programmazione e il coordinamento tra i diversi livellil’autonomia finanziaria di Comuni e Comunità

sabato 9 ottobre 2010

De Gasperi fedele ai valori cristiani

Ricordo perchè non dobbiamo dmenticre che anche Ratzinger, ha esortato sottolineando «la riconosciuta dirittura morale» del primo premier democristiano e padre dell’Unione Europea, e «la serena coscienza morale che lo guidò nelle scelte della politica», i governaNti d’Italia e del mondo, «specialmente» i cattolici, abbiano sempre come «incoraggiamento e stimolo» la figura di De Gasperi che «seppe prodigarsi efficacemente per il bene comune».

Nell’ udienza ai membri della «Fondazione Alcide De Gasperi», il Pontefice, pur non facendo direttamente cenno alla causa di beatificazione in corso presso il Tribunale diocesano di Trento, ma osteggiata dalla Diocesi di Bolzano per le incomprensioni del dopo guerra sulla questione Altoatesina, ha poi messo in evidenza il fatto che in De Gasperi convissero «spiritualità e politica», due dimensioni che «si integrarono così bene in lui che, se si vuole comprendere sino in fondo questo stimato uomo di governo, occorre non limitarsi a registrare i risultati politici da lui conseguiti, ma bisogna tener conto anche della sua fine sensibilità religiosa e della fede salda che costantemente ne animò il pensiero e l’azione».